In aumento i traffici ferroviari merci ‘italiani’ con tratte internazionali (38%)
Nel 2024, rivela l’ultimo Piano Commerciale di Rfi, è rimasta stabile la quota rappresentata dal trasporto combinato (36% in numero di treni)
Il traffico ferroviario merci circolato sulla rete italiana ha vissuto nel 2024 un nuovo lieve calo. Complessivamente, questo è stato pari a 51,2 milioni di treni*km rendicontati (contro i 51,7 del 2023) e a 241mila convogli effettuati (erano 252mila l’anno prima).
Lo si legge nel Piano Commerciale 2025 di Rfi, pubblicato nei giorni scorsi, che ha anche offerto una fotografia della attuale composizione dell’offerta di servizi, sulla base della programmazione delle imprese. Da notare al riguardo che, come evidenzia la stessa controllata di Fs, negli ultimi due anni si è osservata una diminuzione dei treni effettuati rispetto a quelli schedulati, per ragioni legate alle difficoltà operative anche in relazione ai tanti cantieri per il potenziamento dell’infrastruttura attivati nell’ambito del Pnrr.
Dal report si apprende anche che lo scorso anno erano 324 i raccordi privati attivi (erano 358 nel 2023), in aggiunta ai 28 scali della stessa Rfi, allacciati o appoggiati a 160 stazioni, da cui hanno avuto origine circa i due terzi del traffico circolato sulla rete.
Un network situato per la stragrande maggioranza nel Nord del Paese, con il più alto numero di raccordi presente in Veneto (54), Lombardia (52), Piemonte (42), Emilia Romagna (40), Friuli Venezia Giulia (38) e Toscana (33). Al Sud si distingue sotto questo profilo la Puglia con 14 punti di connessione, poco meno di quelli liguri (16). Una rete quindi disomogenea dal punto di vista geografico, ma anche al suo interno sbilanciata, considerando che l’80% del traffico risulta concentrato nel 20% degli impianti.
Il documento offre inoltre uno spaccato della ripartizione tra traffico combinato e convenzionale, rimasta stabile negli ultimi anni dopo una fase di crescita del primo iniziata nel 2018. Nel dettaglio il combinato continua a pesare per il 46% in termini di treni*km e del 36% in numero di treni. Stabile è poi anche il numero di imprese con contratto per trasporto merci (27, come nel 2023).
Appaiono invece in leggero aumento negli ultimi tre anni i volumi che si muovono su tratte con percorrenze internazionali, che passano dal 35% del 2022 al 37% del 2023 per arrivare al 38% del 2024. In relazione proprio al traffico internazionale, il piano rivela anche che nel 2024 oltre il 60% di quello transitato dagli 8 valichi italiani si è concentrato su quelli di Brennero, Tarvisio e Chiasso (e che la chiusura di Modane ha inciso per poco meno del 6%).
Anche nel 2024 la relazione Verona Quadrante Europa – Brennero si è confermata la tratta più utilizzata per il trasporto ferroviario merci internazionale (12,3%), seguita dalla Gallarate – Luino (7,9%) e dalla Tarvisio Boscoverde – Trieste Campo Marzio (5,9%). Inoltre, un terzo del traffico ferroviario merci internazionale è partito e arrivato da 4 destinazioni, quelle di Verona, Gallarate, Trieste e Novara.
Un altro tema affrontato dal report è quello della puntualità dei convogli merci. In particolare quella ‘reale’ (ovvero relativa ai treni arrivati a destinazione entro 30 minuti rispetto all’orario programmato) è risultata in leggero decremento durante il 2024 e pari 57,8% (era del 59,2% l’anno prima).
F.M.
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