In Friuli progetto per defiscalizzare le vendite con rese diverse dall’Ex-works
Zollia (Trieste Marine Terminal) fa appello anche al Governo perché si faccia promotore di una azione di coordinamento a livello nazionale
Milano – Tra le aziende italiane esportatrici l’utilizzo di rese diverse dalla ex works non riesce a farsi strada. A scegliere questa clausola Incoterms – che sostanzialmente lascia in mano all’acquirente tutte le responsabilità e decisioni in materia di logistica e formalità doganali – è infatti ancora il 58% del totale (a fronte di un 24% che opta per le Cif e un 12% per la Fob), secondo i numeri ricordati da Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy di Srm nel corso del Business Meeting CONTAINER ITALY che si è svolto venerdì a Milano.
Ad avere fatto passi avanti però negli anni è il livello di consapevolezza che le stesse imprese hanno sviluppato sul tema e sui vantaggi che altre rese potrebbero garantire loro. Lo ha rilevato Marco Zollia, Director of sales & marketing di Trieste Marine Terminal, durante il convegno, il quale per favorire questa evoluzione ha innanzitutto suggerito agli spedizionieri di trasformarsi da semplici “organizzatori del trasporto” a veri e propri “consulenti d’azienda”, con una strutturazione diversa anche della retribuzione dei servizi offerti.
Questo nella consapevolezza, però, che per generare una trasformazione è necessaria una spinta a livello più alto.
“Non è facile per una azienda fare questo passaggio, anche per quelle che portano i marchi italiani nel mondo ma sono poi di medie dimensioni” ha sottolineato il manager, in riferimento agli interventi ascoltati in precedenza. “Ci deve essere qualcuno che ha interesse a livello nazionale a farlo. Confindustria, e dall’altra parte Confetra, ma ci deve essere un soggetto che possa fare il coordinamento, come il Ministero”.
Un esperimento su scala ridotta è però invece già allo studio in Friuli Venezia Giulia, dove gli operatori – ha spiegato – sotto l’egida della locale Confetra e di Aspt-Astra, l’associazione degli spedizionieri – presenteranno una richiesta formale alla Regione affinché defiscalizzi – “in quanta parte vedremo” – il passaggio ad altre rese. “Senza questo tipo di incentivi è difficile pensare che le aziende si assumano questo onere”.
Insomma, la palla su questo tema così centrale per la logistica italiana, deve passare al pubblico. “Anche perché altrimenti cosa investe a fare lo Stato in logistica e infrastrutture, se non sono poi le aziende italiane a beneficiare di questi investimenti?”.
F.M.
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