Non si ferma la corsa alle scorte nei magazzini italiani (+6,9 mld)
Investire in “gestione del capitale umano” può contribuire a limitare la carenza di personale, evidenzia una ricerca del Politecnico di Milano

Binasco (Milano) – La carenza di personale sarà per la logistica in futuro un problema sempre più spinoso, non solo nell’ambito del trasporto su strada ma anche all’interno dei magazzini.
Un ‘assaggio’ di questa criticità – ha evidenziato Paolo Giacobbe, Ricercatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, durante una presentazione ne corso dell’evento ‘Kfi risolve il labour shortage’ che si è svolto ieri a Binasco – si è avuto in Italia nei primi mesi del 2025, quando diverse catene logistiche italiane hanno lavorato al massimo della capacità per far fronte alle richieste degli esportatori impegnati nell’inviare merce negli Usa per anticipare l’effetto dei dazi.
Parallelamente è però anche in corso da tempo un processo di ritorno all’approccio just in case (al posto del just in time che aveva guidato le scelte logistiche in precedenza), con le aziende orientate ad accumulare volumi crescenti di scorte. Un fenomeno iniziato nell’era pandemica ma che non dà segni di rallentamento. Se nel 2020 il valore delle scorte disponibili era in diminuzione rispetto all’anno precedente (-7,2 miliardi di euro), dal 2021 in avanti si è assistito a una costante progressione di merce nei magazzini italiani (con un boom nel 2022, +53,8 miliardi) che sta proseguendo tuttora (+6,4 miliardi nel 2023, +6,9 miliardi nel 2024).
In sintesi, assistiamo contemporaneamente a volumi in forte espansione che si affiancano a disponibilità di forza lavoro in costante contrazione, con l’effetto combinato di un disavanzo attualmente stimato in 60mila figure per il solo mercato italiano.
A questa criticità le aziende stanno rispondendo rivolgendosi in misura crescente all’automazione (tema a cui è stato dedicato l’intero convegno organizzato da Kfi), ma sempre più dovranno, anche secondo una survey condotta tra i fornitori di servizi logistici dall’Osservatorio, lavorare sulla attrattività del settore e soprattutto sulla sua sostenibilità sociale. Se storicamente quest’ultimo tema è stato declinato come relativo solo a ‘sicurezza e salute sul posto di lavoro’, sempre più dovranno farsi largo anche ambiti come l’attenzione al bilanciamento vita professionale e personale e la valorizzazione delle attitudini personali.
Tradotto, ha evidenziato Giacobbe, significa ad esempio garantire (e comunicare) alle persone una pianificazione anticipata dei turni di lavoro, ma anche raccogliere dagli stessi addetti indicazioni rispetto alle attività preferite da svolgere. “Grazie a software sempre più potenti, è possibile integrare le indicazioni espresse dagli addetti sui compiti che preferiscono nell’organizzazione dell’attività”.
In sintesi, secondo Giacobbe: “Lavorare su questi aspetti oggi può fornire un vantaggio competitivo. Finora gli imprenditori hanno guardato a investimenti in tecnologia, asset; è ora il momento di guardare agli investimenti nella gestione del capitale umano”.
F.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY




