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Spondilosi, alcuni tumori e stress le patologie del trasportatore su strada secondo Inail

Spondilosi, patologie ai dischi intervertebrali, alcuni tipi di tumore, traumatismi, stress. Il breve elenco comprende le malattie maggiormente associate al lavoro nel settore dei trasporti su strada (rispetto agli altri) secondo le rilevazioni condotte da Inail negli anni 2010 – 2019. La lista è riportata in una analisi condotta dall’ente integrando i propri dati con […]

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4 Aprile 2023
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Tir autisti camionisti

Spondilosi, patologie ai dischi intervertebrali, alcuni tipi di tumore, traumatismi, stress. Il breve elenco comprende le malattie maggiormente associate al lavoro nel settore dei trasporti su strada (rispetto agli altri) secondo le rilevazioni condotte da Inail negli anni 2010 – 2019.

La lista è riportata in una analisi condotta dall’ente integrando i propri dati con quelli del sistema di sorveglianza Malprof, che raccoglie e classifica le segnalazioni di malattie lavoro-correlabili che pervengono ai servizi di prevenzione delle Asl. In particolare l’analisi si basa sul cosiddetto proportional reporting ratio (Prr), un indice che punta a fornire in questo caso una stima dell’associazione tra il comparto trasporti e le malattie in questione attraverso il calcolo del rapporto tra il peso della patologia in questione nel settore e della stessa negli altri settori, visibile laddove questo assume un valore superiore a 1.

Nel dettaglio, la spondilosi rappresenta la principale malattia associata al comparto, con un Prr di 3,74, seguita dalle patologie dei dischi intervertebrali, con un Prr di 3,20. Dai valori riportati nella scheda, si evidenzia inoltre una rilevanza importante anche per alcune forme tumorali, come quella alla laringe (1,58 di Prr), alla vescica (1,44 di Prr) e alla trachea-bronchi-polmoni (1.30 di Prr), sebbene il report chiarisca che per queste patologie si è in presenza di ampi intervalli di confidenza per via della scarsa numerosità del campione. Seguono (comunque superiori a 1) il traumatismo dei nervi periferici del cingolo scapolare e dell’arto superiore e la reazione di adattamento da stress lavoro-correlato.

Tra i lavoratori del settore, evidenzia ancora lo studio, i conduttori di mezzi pesanti e camion risultano la sottocategoria più colpita da patologie associabili alla loro professione (rispetto ad esempio agli autisti di autobus, ai tassisti, ai meccanici e così via) con il 43,8% di nessi causali positivi tra il 2010 e il 2019.

Da segnalare inoltre che dal 2017 al 2021 ci sia stato, nel settore Trasporti su strada, un decremento nel numero delle denunce di malattie professionali, scese da 501 a 289. Un calo più accentuato di quelli osservati in altri settori, e che porta il peso del comparto, sul totale delle denunce registrate ogni anno, a passare dal 3,7% al 2,1% del totale.

Commentando più in generale l’analisi, la stessa Inail evidenzia che “qualsiasi valutazione del rischio di malattie professionali per i lavoratori del trasporto su strada deve tener conto del fatto particolare che la loro attività non si svolge in un luogo fisso ma in luoghi continuamente variabili, su mezzi con tipologie costruttive, condizioni manutentive e carichi trasportati diversi, con orari di lavoro differenziati, così come del fatto che la guida spesso si alterna ad altre attività come le operazioni di carico e scarico”.

Al fianco dei rischi di incidente stradale, vanno inoltre tenuti presenti rischi per la salute “da posture fisse e prolungate, da vibrazioni trasmesse al corpo intero, da rumore, da movimentazione manuale dei carichi, da condizioni climatiche avverse, da criticità organizzative (lavoro a turni, lavoro notturno, lavoro in solitario), da esposizione ad agenti chimici aerodispersi”. In aggiunta vanno considerati anche “fattori di fragilità individuale, stili di vita e percezione del rischio da parte dei lavoratori”, che “possono incidere sul rischio tanto di infortuni quanto di malattie. L’obesità, eventualmente associata all’abuso di tabacco, alcoolici ed altre sostanze psicotrope”, contribuendo alla comparsa di apnee notturne che, impedendo di riposare adeguatamente, determinano sonnolenza diurna con riduzione della capacità attentiva e possibili ‘colpi di sonno’”.

I dati emersi dal sistema di sorveglianza Malprof, aggiunge Inail, “possono costituire una base informativa utile a orientare sia le ordinarie attività di vigilanza del Servizio sanitario pubblico, sia le attività di prevenzione specificamente previste dal Piano nazionale della prevenzione 2020 – 2025”.

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