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La logistica torna a pesare sui conti di Amazon e inciderà ancora di più sul quarto trimestre

Dopo alcuni mesi di flessione, i costi sostenuti da Amazon per l’approvvigionamento e la distribuzione dei suoi prodotti sono tornati non solo a crescere, ma anche a pesare in modo più marcato sul suo volume d’affari e sul totale delle sue spese operative. A dirlo sono i risultati relativi all’andamento del gruppo statunitense nel corso […]

di
2 Novembre 2021
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Amazon 2

Dopo alcuni mesi di flessione, i costi sostenuti da Amazon per l’approvvigionamento e la distribuzione dei suoi prodotti sono tornati non solo a crescere, ma anche a pesare in modo più marcato sul suo volume d’affari e sul totale delle sue spese operative.

A dirlo sono i risultati relativi all’andamento del gruppo statunitense nel corso del terzo trimestre 2021, chiuso secondo Reuters in modo “deludente”, tanto da portare il titolo a perdere il 4% sui listini del Nasdaq, dove è quotato, nelle ore successive alla loro pubblicazione.
Per dare qualche numero, il gruppo di Seattle ha svelato di avere incrementato nel periodo il valore delle vendite (portate a 110,8 miliardi di dollari, +15%), ma di aver visto calare i suoi utili operativi (dai 6,2 miliardi del terzo trimestre 2020 a 4,9 miliardi) così come gli utili netti, che si sono praticamente dimezzati, scendendo da 6,3 a 3,2 miliardi.

Dall’altro lato, si apprende sempre dal report, le spese operative sostenute da Amazon nel periodo sono state pari a 105,960 miliardi di dollari (erano circa 89 nel terzo trimestre 2020). Di queste, quelle legate alle attività di trasporto e distribuzione (worldwide shipping costs) sono passate a 18,1 miliardi (contro i circa 15 di un anno prima).

Mettendo questi dati a confronto con quelli dei trimestri precedenti, come già fatto su SUPPLY CHAIN ITALY in passato, appare evidente come la logistica, dopo un calo osservato nei primi due trimestri del 2021, stia tornando a incidere sempre più sui costi del colosso dell’e-commerce.

Nel dettaglio, le spese di distribuzione rappresentano ora il 17,09% del totale dei costi operativi sostenuti da Amazon (erano il 16,84% nel trimestre precedente), mentre rispetto al totale dei ricavi queste equivalgono a una quota del 16,34% (contro il 15,69% del Q2 2021). Non si tratta (ancora?) di valori pari a quelli che erano stati raggiunti nel quarto trimestre 2020 (quello in cui Amazon aveva pagato i costi maggiori per le sue attività logistiche, perlomeno nel confronto con gli ultimi anni) ma è possibile che un picco simile venga nuovamente raggiunto nel quarto trimestre di quest’anno.

E’ stato lo stesso Andy Jassy, che lo scorso luglio ha preso il posto del fondatore Jeff Bezos quale amministratore delegato dell’azienda, a paventarlo nella stessa relazione trimestrale.
“Nel quarto trimestre – ha affermato – prevediamo di sostenere diversi miliardi di dollari di costi aggiuntivi per la nostra attività Consumer, poiché ci troviamo ad avere a che fare con carenza di manodopera, aumento dei costi salariali, problemi della catena di approvvigionamento globale e aumento dei costi di trasporto e spedizione”.

Più nel dettaglio, la guidance per il Q4 di Amazon prevede ricavi da vendite compresi tra i 130 e i 140 miliardi di dollari (un incremento compreso tra il 4% e il 12% rispetto al dato del quarto trimestre 2020), ma utili operativi compresi in un range tra gli “0 e i 3 miliardi di dollari” (contro i 6,9 miliardi del quarto trimestre 2020). Una previsione, quest’ultima, che già “incorpora” costi aggiuntivi di 4 miliardi di dollari, comunque non unicamente legati alla logistica ma anche ad altre attività che per Amazon si stanno rivelando sempre più onerose, quali appunto (in particolare negli Usa) il costo del lavoro che tende ad aumentare per via dell’inflazione.

“Puntiamo a mitigare i costi delle spedizioni nel tempo in parte attraverso il raggiungimento di volumi di vendita più elevati, l’ottimizzazione della nostra rete di evasione degli ordini, la negoziazione di condizioni migliori con i nostri fornitori e il raggiungimento di migliori efficienze operative. Riteniamo che offrire prezzi bassi ai nostri clienti sia fondamentale per il nostro successo futuro e uno dei modi in cui offriamo prezzi più bassi è attraverso le offerte di spedizione. Ci aspettiamo che i nostri costi di spedizione continuino ad aumentare nella misura in cui i clienti accettano e utilizzano le nostre offerte di spedizione a un ritmo crescente, e perché utilizziamo metodi più costosi, inclusa la consegna più rapida e perché offriamo ulteriori servizi” si legge in uno dei documenti di borsa che accompagnano il report.

‘Buone intenzioni’ che da tempo guidano Amazon nel tentativo di acquisire un controllo maggiore sulle sue spedizioni, sia attraverso iniziative progettate da anni (il lancio della compagnia aerea Prime Air e l’apertura del nuovo maxi hub di Cincinnati), sia contingenti (come il noleggio di navi per il trasporto di container).  Le quali però finora non stanno impedendo al colosso di Seattle di sfuggire alla crisi logistica che attanaglia ora aziende grandi e piccole in tutto il mondo.

F.M.

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