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Ipotesi caporalato e secondo sequestro (24 mln) per Brt

Si appesantisce la posizione di Brt nell’inchiesta che già lo scorso dicembre aveva portato l’azienda (insieme alla collega Geodis) a un maxi-sequestro preventivo a suo carico da 44 milioni di euro per presunte frodi fiscali nel ricorso a cooperative. La Procura di Milano, sotto la guida del Pm Paolo Storari, ha infatti ‘bloccato’ ora una […]

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30 Gennaio 2023
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Si appesantisce la posizione di Brt nell’inchiesta che già lo scorso dicembre aveva portato l’azienda (insieme alla collega Geodis) a un maxi-sequestro preventivo a suo carico da 44 milioni di euro per presunte frodi fiscali nel ricorso a cooperative.

La Procura di Milano, sotto la guida del Pm Paolo Storari, ha infatti ‘bloccato’ ora una nuova somma pari a 24,4 milioni di euro nelle disponibilità del corriere, arrivando a ipotizzare non più solo illeciti tributari contributivi ma anche il reato di caporalato.

L’ultimo passaggio della vicenda è ricostruito nel dettaglio dal Corriere della Sera. La notizia del secondo sequestro, svela la testata milanese, è emersa la scorsa settimana in una udienza al Tribunale del Riesame nell’ambito del ricorso presentato dalla società contro quello disposto a dicembre.

Il nuovo blocco sarebbe la conseguenza di un controllo a campione avviato, su indicazione della Procura, su 34 cooperative di cui si è avvalsa Brt (su un totale di quasi 3.000 fornitori), per 3.434 autisti, dei quali circa il 10% è risultato passare costantemente dall’una all’altra delle coop in questione in un rapporto di “transumanza”.
L’indagine avrebbe quindi accertato l’esistenza di un rapporto diretto tra Brt e i lavoratori, i quali erano peraltro sottoposti a un vero e proprio “sfruttamento” attraverso “fenomeni di caporalato e di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti”. Gli autisti, in particolare stranieri “in condizione di vulnerabilità”, erano tra le altre cose retribuiti non su base oraria ma in base alle consegne effettuate e alla loro paga venivano sottratte mensilmente quote relative all’acquisto del furgone e altri costi operativi. In caso di saldo negativo, la somma veniva indicata sul cedolino come anticipo del Tfr, trattenuta dalla retribuzione e quindi di fatto non percepita dal lavoratore.

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