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Trasporti

Versace (San Benedetto): “Necessaria l’automazione nelle fasi di carico e scarico merce”

Per Piervittori (Ferrero) la logistica potrà portare efficientamenti delle filiere produttive grazie a Rfid, intelligenza artificiale e dalla formazione

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
25 Gennaio 2024
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Versace Tullio (Acqua San Benedetto)

Gli investimenti di ampio respiro, come quelli infrastrutturali di competenza pubblica, sono fondamentali, ma dalle aziende della committenza intervenute al convegno “Industria, trasporti, logistica e infrastrutture: insieme per la competitività del paese”, organizzato due giorni fa a Roma da Confindustria, è emersa l’idea che a garantire efficientamenti nelle filiere produttive saranno anche innovazioni molto puntuali.

Come – secondo Tullio Versace, direttore della supply chain di Acqua minerale San Benedetto Spa – quello che potrà derivare da una spinta verso l’automazione delle fasi di carico e scarico di merce nei Ce.Di, che oggi portano invece a “grandi sprechi di tempo”. “Ottimizzare questa fase – ha spiegato il manager – consentirebbe di migliorare le criticità che derivano dalla carenza di autisti”, come noto molto avvertita dopo la pandemia.
Una indicazione condivisa anche dal presidente di Fercam Thomas Baumgartner che, proponendo il punto di vista del fornitore del servizio, ha indicato le difficoltà che una gestione poco efficiente della fase di carico e scarico merce reca agli autotrasportatori: “Poche aziende adottano suddivisione in slot per carico e scarico. I tempi di attesa sono tempi morti per gli autisti, che in aggiunta corrono il rischio di perdere il ricarico e doverlo effettuare il giorno successivo. Questo ritardo ovviamente si traduce poi in costi di trasporto più alti”.

Tornando al punto di osservazione delle aziende committenti, Versace – dopo aver ricordato che Acqua San Benedetto produce ogni anno 4 miliardi e mezzo di bottiglie, movimenta 900 camion al giorno e sposta ogni anno su 3.500 carri merce su treno e altrettanti rimorchi su nave – ha citato più in generale la necessità di automazione nei magazzini, come dopo di lui ha fatto anche Luca Piervittori, responsabile logistica di Ferrero Commerciale Italia.
Il manager – in passato in Danone, oi nella Parmalat post-crack – ha segnalato diversi ingredienti per una industria dalla logistica più efficiente: “Migliorare la rete autostradale, sviluppare l’intermodalità, sfruttare tecnologie come quella Rfid, che consente la tracciabilità delle merci fino alla destinazione finale, ma finora – forse per ragioni di riservatezza – non è decollata”. Poi, appunto, “l’automazione dei magazzini, che aiuta a sopperire alla carenza di personale, e al quale aveva dato grande impulso Industria 4.0”, mentre un “supporto alla pianificazione” arriverà dalla intelligenza artificiale. Dal manager di Ferrero poi è arrivato l’auspicio per una logistica più etica. “L’immigrazione è una risorsa, non lasciamola nelle mani di persone poco corrette. Le persone che arrivano in Italia possono essere formate. Vedo che ci sono diverse aziende che stanno investendo, facendosi carico dei costi necessari, in modo da dotarsi di personale dotato di competenze per guidare muletti e così via” ha evidenziato Piervittori, ribadendo poi la necessità di “espellere chi lavora in modo non etico. Le poche mele marce vanno escluse da un sistema che è la spina dorsale dell’economia italiana”.

A concludere il ragionamento collettivo sull’efficientamento delle filiere produttive che potrà arrivare dalla collaborazione tra industria e logistica è stato il direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, Damiano Frosi, che ha invitato le controparti a ragionare come partner e in particolare i committenti a firmare con i loro fornitori contratti di lunga durata, “anche pluriennali, alzando tariffe e costi, perché se la logistica è strategica deve avere le risorse per compiere investimenti”.

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