Export extra Ue in calo (-2,1%) ad aprile
Sull’andamento negativo incidono le minori vendite estere di mezzi di navigazione marittima, al netto delle quali il risultato sarebbe stato leggermente positivo (+0,5%)

Ad aprile 2025 l’export italiano extra Ue ha vissuto una riduzione su base annua del 2,1%, che segue la forte crescita (+8,2%) registrata a marzo. La flessione, riferisce Istat, si deve al calo delle vendite di beni di consumo durevoli (-16,4%), beni strumentali (-11,9%) ed energia (-5,7%), mentre è aumentato l’export di beni intermedi (+7,3%) e beni di consumo non durevoli (+6,5%). Più precisamente il mese paga, rispetto all’aprile 2024, le minori vendite estere di mezzi di navigazione marittima, al netto delle quali l’andamento sarebbe stato di lieve crescita (+0,5%). L’import registra invece una crescita tendenziale dell’11,4%, spiegata secondo l’istituto statistico principalmente dai maggiori acquisti di beni di consumo non durevoli (+61,1%).
Dal punto di vista geografico, rispetto all’aprile 2024 nell’export si registrano cali in particolare verso Regno Unito (-20,3%) e Turchia (-18,8%), mentre diminuiscono in misura minore le vendite verso Cina (-8,6%), Giappone (-4,0%) e Stati Uniti (-1,9%). Crescono invece quelle verso Svizzera (+18,8%), paesi Opec (+7,9%), paesi Mercosur (+5,9%) e paesi Asean (+5,2%). Passando all’import, registra una forte crescita quello da Stati Uniti (+60,8%) e Cina (+40,1%), ma aumentano anche gli acquisti dalla Turchia (+20,0%). Per contro, si riducono gli acquisti dagli altri principali paesi partner extra UE27 con le flessioni tendenziali più ampie che riguardano India (-27,6%) e paesi Opec (-22,5%).
Anche nel confronto mese su mese le valutazioni sono simili. Rispetto a marzo, l’export extra Ue osserva infatti un calo del 7,5%, che sarebbe stato però ‘solo’ del 3,3% al netto delle vendite estere dei mezzi di navigazione; l’import invece aumenta leggermente (+1,6%).
La diminuzione su base mensile delle esportazioni è spiegata principalmente dalle minori vendite di beni strumentali (-17,4%), ma calano anche le vendite di beni di consumo non durevoli (-5,3%) e beni intermedi (-1,6%) mentre crescono quelle di energia (+11,3%) e beni di consumo durevoli (+6,3%). Dal lato dell’import, l’incremento è dovuto all’aumento degli acquisti di beni di consumo non durevoli (+9,4%) ed energia (+5,1%).
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