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Trasporti

Gli agenti marittimi genovesi promuovono un nuovo organismo genovese che unisca shipping e industria

L’idea sarebbe quella di convogliare in questo desk le tematiche relative all’efficientamento dei flussi delle merci che richiedono soluzioni rapide e non possono attendere i tempi lunghi della politica o dell’ordinaria gestione amministrativa

di Nicola Capuzzo
16 Giugno 2025
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Genova – L’obiettivo non è nuovo (“Un’inversione di tendenza per traffici che ‘naturalmente’ si orientavano verso i porti del Nord Europa”) ma lo strumento proposto per raggiungerlo apparentemente sì: “Un organismo che consenta un dialogo permanente in cui cluster marittimo e industria manufatturiera si confrontino e risolvano i problemi comuni, raccolgano i claim sul cattivo funzionamento di importanti gangli del sistema, individuino le soluzioni possibili all’insegna di un just in time operativo, esercitino pressione congiunta sulle istituzioni locali e nazionali per l’approvazione di nuove normative sulla semplificazione”.

È questa la proposta lanciata durante l’assemblea di Assagenti, l’associazione genovese degli agenti raccomandatari e mediatori marittimi che quest’anno festeggia il suo 80° anniversario e che per l’occasione ha coinvolto sul palco (oltre al neocommissario della locale port authority Matteo Paroli) alcuni past president come Franco Zuccarino, Marcello Cignolini, Giovanni Novi e Gianfranco Duci.

Più in dettaglio, il nuovo organismo proposto dal presidente attuale, Gianluca Croce, vuole essere qualcosa che continui a creare un “raccordo fra i porti e l’industria manufatturiera, così come fra porto e logistica nelle sue espressioni verticali di coordinamento”. Confermando di voler continuare a puntare su digitalizzazione e formazione, l’associazione ha sottolineato che, “proprio in questo momento in cui si costruiscono infrastrutture decisive, è indispensabile un cambio di passo. E questo – ha detto Croce – non deve riguardare solo il tradizionale cluster marittimo. Deve essere esteso all’intera filiera industriale e produttiva, nonché ai principali player della logistica e della distribuzione. Abbiamo scelto di invitare all’assemblea i presidenti o gli assessori ai trasporti delle Regioni del quadrante del Nord Ovest e dell’Emilia-Romagna perché siamo convinti che oggi – ed è questa la proposta che lanciamo – sia necessario un fronte compatto in grado di determinare un’inversione di tendenza anche per traffici che naturalmente, si fa per dire, si orientavano verso i porti del Nord Europa”.

Secondo il vertice dell’associazione genovese “il porto di Genova può svolgere il più importante ruolo strategico per l’economia di gran parte del continente europeo” ma “sino ad oggi portualità ed economia del mare, logistica e industria hanno dialogato con fatica e il loro dialogo è stato caratterizzato da forti incomprensioni. Per molte aziende e per molti decenni la logistica e quindi i porti non sono stati considerati alla stregua di un fattore integrante e integrato della produzione ma quasi un optional da valutare al di fuori dei centri di costo tradizionali; l’attenzione si è concentrata sull’abbattimento del costo del lavoro con risultati che sono sotto gli occhi di tutti in termini di tenuta sociale del sistema paese”. Per Croce, però, oggi il clima è cambiato: “Tante crisi, a partire da quella generata dal Covid, hanno fatto scoprire quello che per noi era un dato di fatto: l’importanza del mare, ma anche la logistica come fattore di produzione. Siamo all’alba di un’era nuova che probabilmente richiede anche strumenti e sedi di dialogo e confronto non solo differenti ma anche coerenti con la necessità di individuare e applicare soluzioni immediate ai tanti problemi che sono irrisolti, ma specialmente ai tanti che si proporranno”. Si sta “assistendo da spettatori – ha aggiunto nel suo discorso il presidente – alla presentazioni di cronoprogrammi delle opere infrastrutturali quando su queste avremmo bisogno di certezze sui tempi; certezze da trasmettere agli armatori per far programmare più traffici”.

Da qui, dunque,  la proposta “di progettare insieme (e noi ci stiamo lavorando) non un altro organismo che si sovrapponga a quelli esistenti. Ma qualcosa di sostanzialmente nuovo, una vera e propria control room e al tempo stesso un desk, con obiettivi precisi”. Il primo è quello di “contribuire in modo pressante affinché siano coordinati i tempi di realizzazione e di entrata in servizio delle nuove opere infrastrutturali”, cui fa seguito la volontà di “pensare a strategie di filiera che si focalizzino sul rapido sblocco e superamento di tutti gli elementi di congestione del traffico merci per traguardare il risultato di un’operatività 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno che avrebbe riflessi determinanti anche sulla fluidità logistica dei traffici”. Altro obiettivo dichiarato è quello di “esercitare una pressione congiunta affinché vengano varate norme settoriali efficaci per rendere fluido la circolazione delle merci, in un coordinamento globale fra porti, terminal portuali, retroporti, area industriale e servizi alla merce”. Croce e Assagenti intendono poi investire in un grande progetto di digitalizzazione integrata che consenta finalmente di sviluppare sinergie fra le varie piattaforme esistenti e creare un modello che consenta di estendere questa infrastruttura digitale alle regioni del Nord-Ovest e alle imprese dell’import/export, al fine di costruire una catena logistica digitale, efficiente e interconnessa che abbia base nel porto di Genova”. Altro traguardo sarà quello di “attuare un grande piano di formazione che garantisca continuità, ma anche un know how omogeneo per tutto il sistema: porto, logistica e industria devono parlare la stessa lingua e capirsi. E Genova deve esserne la casa della filiera del mare creando anche le condizioni per attirare a Genova intelligenze e professionalità”.

In conclusione la proposta emersa dall’assemblea è stata quella di “avviare immediatamente (e Assagenti si candida a farlo)  una riflessione per la messa a punto di uno strumento del tutto innovativo, anche rispetto a strumenti esistenti (come il tavolo di partenariato), per ottenere due risultati precisi: coinvolgere nella risoluzione dei problemi dell’intero sistema logistico che fa perno sul porto di Genova non solo il cluster marittimo e logistico ma anche il mondo dell’industria manufatturiera. Un centro che faccia dell’agilità e della capacità di reazione gli strumenti per individuare soluzioni innovative e proporle per l’implementazione alle istituzioni competenti, in primis l’Autorità di sistema portuale. Uno strumento consultivo trasversale agile, senza vincoli burocratici, che raccolga le indicazioni di emergenza, metta a punto una traccia di soluzione e la sostenga. Convogliare in questo desk tutte le tematiche in particolare relativo all’efficientamento dei flussi produttivi, che richiedono soluzioni plug & play e non possono attendere i tempi lunghi della politica o della ordinaria gestione amministrativa”.

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