Operativo il nuovo magazzino L6 di Labomar a Istrana
Esteso su 7mila metri quadrati, il polo è stato realizzato in conformità agli standard Gmp

A tre anni dalla presentazione del progetto, è ora infine operativo il nuovo polo logistico – ribattezzato chiamato L6 – realizzato da Labomar presso la sua sede principale di Istrana, in provincia di Treviso.
Secondo quanto evidenziato all’epoca, il suo avvio porterà all’azienda, specialista della nutraceutica, importanti efficientamenti sotto il profilo dei costi operativi, nonché relativamente ai flussi logistici in ingresso (le materie prime da destinare ai processi di produzione) e in uscita (i prodotti finiti), permettendole di non ricorrere ai servizi di fornitori logistici esterni e riducendo anche le attività di trasporto.
“Il nuovo polo logistico – ha commentato il fondatore e Ad Walter Bertin – rappresenta un passaggio strategico, la prima tappa concreta di un progetto più ampio e ambizioso, che nei prossimi anni ci consentirà di accelerare ulteriormente il nostro percorso di crescita e consolidare il ruolo di Labomar come punto di riferimento nel panorama nutraceutico a livello internazionale. Continueremo a gettare le basi per completare il disegno industriale avviato: un ecosistema produttivo e logistico integrato, capace di generare valore nel lungo periodo e contribuire concretamente alla riduzione del nostro impatto ambientale”.
Realizzato in conformità agli standard Gmp (Good Manufacturing Practice), il polo si estende su 7.000 metri quadrati, con una capacità di 7.400 posti pallet a temperatura controllata e 140 in cella frigorifera. A regime, potrà movimentare circa 50.000 colli all’anno, centralizzando le operazioni logistiche precedentemente affidate a terzi e migliorando la reattività complessiva del sistema produttivo Labomar. L’hub è stato inoltre dotato di un impianto fotovoltaico da 346 kW in grado di generare ogni anno circa 419.000 kWh, garantendo l’autosufficienza energetica per oltre l’80% del fabbisogno. Nel polo è presente inoltre un sistema di depurazione degli scarichi a ciclo chiuso con una capacità massima di 90 m³ al giorno, in grado di trattare le acque reflue del nuovo impianto e dello stabilimento adiacente L3. Nei pressi della struttura è stato avviato infine anche un progetto di piantumazione con l’inserimento ad oggi di 2.300 piante tra graminacee e perenni, siepi, piante rampicanti e alberi di Ginkgo biloba.
Per la creazione di L6, nel 2022 erano stati stimati investimenti pari a 13,5 milioni di euro. Per l’opera, l’azienda guidata e fondata da Walter Bertin aveva anche ottenuto da Intesa Sanpaolo due distinti finanziamenti chirografari da 6 milioni di euro (il primo assistito da garanzia Sace Green e della durata di 12 anni, il secondo da provvista Bei e di 7 anni).
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