Un nuovo polo logistico da 19.000 metri quadrati sorgerà a Novara
Approvata la variante urbanistica al quartiere Sant’Agabio. Dubbi e preoccupazioni da parte del Consiglio Comunale per la crescita esplosiva dei poli nell’area novarese
Il territorio novarese si conferma un hub strategico per la logistica italiana con l’approvazione di un nuovo polo nel quartiere di Sant’Agabio. Come riportato da Novara Today, il Consiglio Comunale ha dato il via libera a una variante urbanistica che prevede la demolizione di vecchi capannoni tra via Martino della Torre e via Pigafetta, nella zona degli ex Magazzini del Caffè, per far spazio a nuove strutture logistiche.
La nuova costruzione prevede un edificio di 19.000 metri quadrati, di cui 1.000 destinati a uffici. Questo progetto segue un’altra recente approvazione per un polo in corso Vercelli (500mila i metri quadrati di suolo occupati, con tre strutture principali, una delle quali sarà la nuova sede di Comoli e Ferrari).
L’approvazione di questo nuovo insediamento logistico ha comunque sollevato un dibattito acceso in Consiglio Comunale, con consiglieri di minoranza e associazioni locali che hanno espresso dubbi e preoccupazioni, in particolare per le potenziali ricadute ambientali e per l’incremento del traffico veicolare nell’area.
La provincia di Novara si posiziona infatti tra le aree con la più alta concentrazione di spazi logistici in Italia. Un report del 2024 de Il Sole 24 Ore evidenzia come il novarese conti ben 1,5 milioni di metri quadrati coperti da capannoni logistici. Questo significa che la provincia ospita il 3,5% del totale nazionale dei poli logistici, un dato sei volte superiore al peso del territorio in termini di popolazione. Il report sottolinea che “nessuna altra provincia ha avuto una crescita così esplosiva”.
Parallelamente a questa rapida espansione, i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) indicano il novarese tra i territori con il maggiore consumo di suolo negli ultimi anni: un contesto alimenta ulteriormente il dibattito sull’equilibrio tra sviluppo economico e impatto territoriale.
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