Freni (Fhp Carrara) lancia l’idea dell’entry point unico per le spedizioni di impiantistica e project cargo
Nel corso del secondo Business Meeting Break Bulk Italy, il manager ha condiviso con i produttori la necessità di integrare la gestione logistica già nella fase di progettazione dei manufatti

Mestre (Venezia) – Impianti sempre più complessi, in aumento per peso e dimensioni, da spedire in un contesto geopolitico incerto (ma rispettando tempi di consegna spesso ferrei) richiedono che il processo di spedizione diventi parte integrante della loro stessa progettazione.
Su questa considerazione si sono trovate d’accordo le due ‘facce della medaglia’ del settore, ovvero caricatori e operatori della logistica, intervenuti nel corso della II edizione del Forum Break Bulk Italy organizzato da SHIPPING ITALY, SUPPLY CHAIN ITALY ed AIR CARGO ITALY che si è svolto oggi a Mestre.
Tra i primi, il concetto è stato ribadito in particolare da Francesca Cambiaghi, Logistic & Shipping Specialist di Fomas – multinazionale con sede principale a Osnago, in provincia di Lecco, che produce e spedisce forgiati del peso fino a 100 tonnellate, perlopiù via mare – che ad esso ha anche dedicato una slide ad hoc della sua presentazione. “La logistica non è un passaggio finale, ma parte integrante del valore che forniamo al cliente” è il messaggio riportato. “Ogni nostro componente è progettato fin dall’origine pensando a spedizioni sicure e affidabili” ha poi aggiunto Cambiaghi.
Ancora più forte l’avvertenza arrivata da Carlo Freni, executive director del terminal Fhp di Carrara (parte di Fhp Group, cui ora fanno capo anche Cfi e Lotras, oltre alle attività portuali) che pure ha ribadito come “la logistica” debba essere “ingegnerizzata già nella fase di progettazione di un impianto”, fino anche a contrattualizzare già gli accordi per il trasporto nell’ottica di assicurarsi noli e costi prevedibili.
Il caso citato dal manager come esempio di un nuovo approccio da seguire, per il settore, è stato quello adottato da Venture Global, realtà statunitense della progettazione e realizzazione di progetti per gas naturale liquefatto, che “ha fatto un accordo di volume con un operatore di barge”. In un’ottica di questo tipo, risulta quindi fondamentale avere un ‘capofila’ che promuova un approccio di filiera, ruolo per il quale Fhp Carrara già si sta proponendo, fungendo per la clientela come unico “entry point” per la gestione della logistica. “Ma qui non voglio promuovere la mia azienda, voglio promuovere un concetto” ha sottolineato Freni, rilevando come questo modo di interpretare la propria funzione possa essere di vantaggio in particolare per clienti più piccoli. “Per uno di loro siamo stati ad esempio parte attiva nella ricerca di un armatore, trattandosi di un contesto a cui non erano avvezzi”.
Tra i casi seguiti con un approccio integrato di filiera, con spedizioni gestite dal porto di Marina di Carrara, Freni ha citato ad esempio l’invio di 13 moduli con peso di 1.800 tonnellate (e dimensioni di 23x50x15 metri) destinati agli Usa, per i quali Fhp ha curato anche le fasi del trasporto via mare e su strada (questo in collaborazione con Mammoet) nonché l’ingegneria per la costruzione di una base per i manufatti.
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