“Siamo a meno di cinque anni dalla adozione massiva degli Amr nei magazzini”
Lanza (Kfi) ha però sottolineato come solo applicazioni integrate sono in grado di garantire rilevanti vantaggi sul fronte dei costi operativi

Binasco (Milano) – Se il processo verso l’automazione ibrida sarà fondamentale per contrastare il labour shortage nella logistica, protagonista incontrastato di questa evoluzione sarà l’Amr (Autonomous Mobile Robot). Questo, almeno, è il messaggio che arriva dal convegno “Kfi risolve il labour shortage”, organizzato dall’azienda di Binasco.
Un elogio di questa tecnologia è stato pronunciato, nel corso dell’evento, da Antonino Lanza, responsabile Strategy & Corporate Development della società, che la propone (con fornitura della olandese Lowpad) in associazione anche ad altri sistemi (quali sistemi di voice picking, pick by light, rfid e altro) sotto l’orchestrazione di una piattaforma proprietaria, Lojist, lanciata in questi giorni sul mercato.
“Dal 2024 gli Amr vengono assorbiti più dalla logistica che dall’industria” ha sottolineato il manager, secondo il quale il settore si trova ormai “a meno di 5 anni” dalla loro adozione massiva. Come ribadito nel corso e a margine del convegno da diversi osservatori, quella in questione è una tecnologia scalabile, modulare, riconfigurabile, che quindi offre numerosi vantaggi rispetto a soluzioni di automazione fissa.
“Ma si fa presto a dire Amr” ha evidenziato Lanza. “Oggi la quasi totalità delle aziende sta optando per applicazioni che prevedono spostamenti semplici, punto a punto, spesso con avvio manuale delle missioni”. In questi casi, poche sono solitamente le unità impiegate, così come però anche i vantaggi in termini di costi operativi. “Complessità crescente significa però anche risparmi crescenti” ha aggiunto il manager. Per citare qualche numero, secondo Kfi l’impiego di soluzioni ibride può ridurre i tempi di ciclo fino al 45%, i costi operativi fino al 50%, aumentare la produttività di oltre il 30% e migliorare la sicurezza sul lavoro del 40%. Le applicazioni più diffuse nel settore logistico possono riguardare l’inbound, con la robotizzazione dei flussi di ricevimento e stoccaggio merci; il fulfillment, ovvero l’allestimento degli ordini più rapido e accurato; l’outbound, con processi robotizzati di consolidamento, verifica e conferimento in uscita.
I veri benefici dell’impiego degli Amr, però, si ottengono appunto secondo l’azienda non tanto con l’impiego di una macchina (o più), ma dall’integrazione con altri sistemi, con l’ambiente circostante, con i software disponibili, e in generale con una migliore organizzazione a tutti i livelli. La quale per funzionare necessita però anche di un cambiamento culturale su più fronti: è necessario, ha aggiunto Lanza, “mettere il personale nelle condizioni di interpretare il valore delle macchine” così come modificare l’approccio secondo il quale ad oggi spesso “gli addetti ricevono benefici sulla base dei volumi gestiti”.
F.M.
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