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“Logistica interna e costruzione di magazzini ma non consegne: questi i veri ambiti di applicazione dei droni”

Non è quello delle consegne al consumatore finale il principale ambito di impiego dei droni nella logistica, perlomeno allo stato attuale. L’interesse degli operatori del settore per i velivoli a pilotaggio da remoto si sta infatti concentrando sulle possibilità che questi strumenti possono offrire nel migliorare la logistica interna o middle mile (ad esempio nel […]

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16 Febbraio 2021
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Non è quello delle consegne al consumatore finale il principale ambito di impiego dei droni nella logistica, perlomeno allo stato attuale. L’interesse degli operatori del settore per i velivoli a pilotaggio da remoto si sta infatti concentrando sulle possibilità che questi strumenti possono offrire nel migliorare la logistica interna o middle mile (ad esempio nel trasferimento di materiali dagli hub ai centri di smistamento). Altri utilizzi interessanti, per restare nell’ambito della logistica, si stanno vedendo inoltre nel settore del real estate, ad esempio per verificare lo stato di avanzamento lavori nella costruzione di magazzini.

A ricollocare il binomio ‘droni e logistica’ in una prospettiva più realistica, ma non meno interessante, ci ha pensato oggi il convegno ‘Droni: fare sistema per un maggiore sviluppo’, organizzato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano dedicato a questo tema.

Moderata da Cristina Rossi Lamastra, Responsabile Scientifica dello stesso osservatorio e docente dell’ateneo, la sessione è stata aperta con la presentazione dei primi risultati di una survey (tuttora in corso) condotta tra gli operatori del settore logistico per valutare il loro interesse verso questa tecnologia, la propensione (o le barriere) a investirvi e le funzionalità ritenute più interessanti.
Tra i primi 100 intervistati (rappresentanti di aziende con sede legale in Italia e fatturato di almeno 2 milioni di euro, prima tranche di un campione che ne conterà complessivamente 6.000), quasi due terzi (64) hanno spiegato di non avere progetti per l’impiego di droni, né in corso né in attivazione da qui al 2023. Nella fetta restante, sono però 31 quelli che hanno dichiarato di volerli avviare entro quell’anno e 5 quelli che li hanno già attivati. Di questi, sono tre i progetti tuttora in corso, mentre due sono stati dismessi.
Interessante soprattutto rilevare che, tra gli operatori che intendono attivarne di nuovi entro il 2023, il 45% ha detto di voler utilizzare i droni per controlli inventariali. Movimentazioni interne, raccolta dati e facility management sono le funzioni che seguono, nella classifica, raccogliendo il 39% delle preferenze. Il 35% degli intervistati parla poi di consegne verso clienti business, mentre solo il 23% del loro utilizzo per le consegne a clientela di tipo consumer. Altri ambiti di interesse sono quello della sicurezza (32%), del trasporto da hub a transit point (32%), delle consegne verso altre destinazioni come ospedali e infine per la gestione dei resi (19%).
Rispetto all’adozione di questa tecnologia, per gli operatori le principali barriere sono rappresentate dalla presenza di vincoli normativi, dalla mancanza di competenze specifiche e dalla scarsa conoscenza di costi/benefici, mentre dal punto di vista puramente operativo vengono citate la difficile interazione con altri mezzi di trasporto e i limiti nella distanza raggiungibile dai velivoli.
Rispetto alle motivazioni, curioso notare come la maggioranza degli intervistati citi come molto importanti le ragioni di immagine, cioè il potersi far percepire all’esterno come un’impresa innovatrice, risposta seguita da fattori come il miglioramento dei processi logistici, quello della sostenibilità aziendale e dell’offerta alla clientela.

“Un quadro tipico di una tecnologia emergente adottata da un settore maturo” ha commentato Rossi Lamastra, tirando le conclusioni dell’indagine, i cui principali spunti – soprattutto rispetto agli ambiti di applicazione ‘preferite’ dagli addetti ai lavori – si sono ritrovati anche nelle considerazioni dei due operatori intervenuti nel convegno.

Alessandro Renzo,  Operations Director di Xpo Logistics per l’Italia, che ha sotto la sua cura un totale di 38 stabilimenti, si è detto convinto che l’impiego dei droni rappresenterà per il settore logistico una “pietra miliare, paragonabile a quella dell’implementazione delle soluzioni di automazione industriale”. Anche Renzo ha però evidenziato come il campo di utilizzo ideale per i velivoli a pilotaggio remoto in ambito logistico “non sarà quello del delivery, ma della logistica interna, di magazzino o di stabilimento”. In particolare, ha spiegato il manager, Xpo Logistics intende focalizzarsi, nell’impiego di droni, sui processi aziendali (ad esempio, controlli inventariali), sull’ambito facility&security (per le ispezioni di impianti, anche antincendio, e per assicurare la sicurezza delle merci), per il trasporto di materiali tra diversi siti logistici e infine sulla safety, cioè per ridurre le interazioni tra persone e più in generale assicurare la loro sicurezza personale.
Interessanti anche gli spunti offerti da Laura Piantanida, responsabile del Business Development & Marketing Department della società di servizi immobiliari Yard Reaas, che ha parlato dell’impiego dei droni nelle attività legate alla costruzione e consegna di magazzini.
L’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto per monitorare lo stato avanzamento lavori nei cantieri, ha spiegato la manager, è stato ‘stimolato’ dallo scoppiare della crisi sanitaria e dalla impossibilità di visitare fisicamente i luoghi, così come dalla necessità di fornire ugualmente un aggiornamento sulle attività alla clientela, spesso costituita da investitori stranieri. A causa delle restrizioni, i droni sono stati poi utilizzati anche in fase di consegna finale degli immobili. Oltre a fornire molti più dettagli rispetto alle modalità tradizionali utilizzate per gli aggiornamenti (foto, webcam fisse e così via), secondo Piantanida i droni si sono rilevati utili anche al di là delle necessità emergenziali perché in gradi di fornire una visione d’insieme del contesto che non si limita al solo immobile. Permettono cioè di monitorare anche l’avanzamento delle opere di viabilità accessorie ai magazzini, così come gli sviluppi di iniziative analoghe nelle vicinanze. Cosa che, nei poli o aree ad alta densità logistica, si traduce cioè nell’avere un occhio aperto sulle iniziative parallele dei propri competitor.

F.M.

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