Marijuana per oltre una tonnellata scoperta a Gioia Tauro in un container proveniente dal Canada
Nel frattempo una indagine della Procura di Catanzaro ha fermato una organizzazione dedita al narcotraffico che si serviva di vari porti italiani

Nuovo importante sequestro di droga in porto a Gioia Tauro. Il Comando Provinciale di Reggio Calabria e i funzionari del locale Ufficio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno bloccato nello scalo una partita di marijuana da 1.220 kg, rinvenuta all’interno di un container sospetto, proveniente dal Canada, che trasportava legnami.
Il ritrovamento, segnala una nota delle Dogane, “ha inferto un durissimo colpo ai sodalizi criminali che avrebbero beneficiato della ragguardevole fornitura di stupefacente”. Una volta immessa sul mercato, la droga avrebbe infatti fruttato un introito di 1 milione e 800 mila euro.
L’operazione, continua la nota, è maturata nell’ambito delle ordinarie procedure di controllo presso i varchi doganali, anche grazie all’ausilio delle unità cinofile in forza al Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro. Dall’inizio dell’anno a oggi nello scalo calabrese sono già stati rinvenuti carichi di cocaina per circa 2 tonnellate e 740 chilogrammi.
Sempre in tema di traffici internazionali di droga che fanno il loro ingresso in Italia dai principali porti della Penisola, si segnala anche una importante operazione messa a segno dalle Fiamme Gialle su richiesta della Procura di Catanzaro, che ha portato in carcere 9 persone e determinato il sequestro preventivo, per equivalente, di beni per 47 milioni di euro.
L’indagine, relativa a traffici in arrivo dal Sud America, ha svelato l’esistenza di una organizzazione dedita al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetistica e al servizio della cosca Gallace di Guardavalle, con base nel comune calabrese ma presidi logistici in vari luoghi d’Italia e all’estero.
Secondo gli inquirenti, al centro dell’attività vi era l’import di cocaina da Perù, Colombia e Brasile, poi immessa in Italia e in vari scali del Nord Europa all’interno di container (tramite la tecnica del rip off, ovvero l’occultamento in una spedizione lecita). Nella Penisola i porti coinvolti erano in particolare quelli di Gioia Tauro, Livorno, Civitavecchia, Genova e Trieste. Altri flussi per l’import di cocaina liquida avvenivano invece per via aerea da Francoforte, all’interno di scatole di frutta proveniente dalla Colombia, mentre la marijuana veniva reperita anche tramite coltivazioni in Italia, in Toscana, Lazio e Calabria.
Al centro di tutti gli scambi vi sarebbe stato un broker calabrese, ritenuto “uno dei referenti più grossi della Calabria”, di stanza in Germania, sotto il coordinamento di un elemento di vertice della cosca Gallace. All’organizzazione sono da ricondurre per il periodo maggio 2020-marzo 2021, importazioni per oltre 1 tonnellata di cocaina più 200 kg di hashish, nonché 17 sequestri per oltre 400 kg di cocaina effettuati in Italia e all’estero.
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