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Dal DL Mims 300 milioni per l’Ertms delle imprese ferroviarie. Autotrasporto ridimensionato

La bozza del Decreto Trasporti bis (rinominato DL Mims per evitare confusione) non contiene naturalmente solo le misure dedicate al settore marittimo-portuale descritte ieri su SHIPPING ITALY. Significativi gli interventi inseriti infatti in materia di logistica cargo terrestre. Per quel che riguarda il trasporto ferroviario, ad esempio, si vara una misura fortemente richiesta dalle imprese […]

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1 Settembre 2021
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La bozza del Decreto Trasporti bis (rinominato DL Mims per evitare confusione) non contiene naturalmente solo le misure dedicate al settore marittimo-portuale descritte ieri su SHIPPING ITALY.

Significativi gli interventi inseriti infatti in materia di logistica cargo terrestre.

Per quel che riguarda il trasporto ferroviario, ad esempio, si vara una misura fortemente richiesta dalle imprese di trazione, vale a dire lo stanziamento di fondi a sostegno dell’adeguamento dei mezzi al sistema di segnalamento Ertms (European Rail Traffic Management System), dopo che nel Pnrr il Governo aveva previsto di spendere quasi 3 miliardi di euro per attrezzare in tal senso la rete ferroviaria.

Ora “Al fine di accelerare il ‘Piano nazionale di implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, European Rail Traffic Management System, di seguito Ertms’ e di garantire un efficace coordinamento tra la dismissione del sistema di segnalamento nazionale (classe B) e l’attrezzaggio dei sottosistemi di bordo dei veicoli con il sistema Ertms, è istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili un fondo con una dotazione di 60 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, per finanziare i costi di implementazione del sotto sistema Ertms”. I 300 milioni necessari saranno sottratti a stanziamenti destinati proprio al gestore della rete per le manutenzioni.

Fermo restando il necessario placet della Commissione Europea (la misura dovrà superare il vaglio sulla compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato) a beneficiare dei fondi saranno gli interventi “sui veicoli che risultino iscritti in un registro di immatricolazione istituito presso uno Stato membro dell’Unione europea, che circolano sul territorio nazionale e soltanto nel caso che in cui detti interventi non risultino già finanziati dai contratti di servizio in essere con lo Stato o le regioni”.

Sempre in ambito ferroviario, è previsto inoltre il rifinanziamento (2 milioni di euro) per il 2021 del fondo per la formazione dei macchinisti del settore cargo.

Più fumosa e dagli effetti ancora da capire una misura destinata invece all’autotrasporto, inserita (comma 12 dell’articolo 1) in un articolo dedicato alla funzionalità dello stesso Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Si interviene sulla composizione del Comitato Centrale dell’Albo dell’Autotrasporto prevedendo, per quel che riguarda la rappresentanza delle imprese, che a farne parte non siano più “un rappresentante per ciascuna delle associazioni di categoria degli autotrasportatori” e uno per ciascuna delle associazioni nazionali di rappresentanza” del mondo cooperativo: le parole “un rappresentante per ciascuna” saranno infatti sostituite da “un rappresentante espressione”.

Inoltre, quanto ai requisiti delle suddette associazioni (che oggi sono: Aiti; Anita; Confartigianato Trasporti; Fai; Federlavoro e Servizi – Confcooperative; Fedit; Fiap; Fita Cna; Legacoop; Sna-Casartigiani; Assotir; Trasportounito Fiap; Unitai), si restringe quello della rappresentanza presso il Cnel tramite confederazione cui si aderisce: se la bozza diventerà legge quest’ultima dovrà “aver fatto parte dell’Assemblea Generale del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro almeno per tre mandati negli ultimi cinque” e potrà “indicare una sola associazione di categoria” (Aiti, Fedit e Trasportounito aderiscono ad esempio tutti a Confetra).

Per il momento non si registrano reazioni ufficiali da parte delle associazioni, ma la bozza sta facendo discutere per l’evidente ridimensionamento della rappresentanza delle imprese cui è mirata, tanto più che la procedura di rinnovo del Comitato Centrale è in corso da mesi.

A.M.

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