Ikea alza del 9% il prezzo dei prodotti per fare fronte gli extra-costi logistici
La crisi delle supply chain globali, che ha fatto lievitare il costo delle operazioni logistiche, ha spinto Ikea a rialzare del 9% il prezzo medio alla vendita dei suoi prodotti. Lo ha dichiarato Ingka, il gruppo che controlla la stragrande maggioranza degli store dell’azienda svedese. Gli aumenti, che potranno variare in percentuale a seconda delle […]
La crisi delle supply chain globali, che ha fatto lievitare il costo delle operazioni logistiche, ha spinto Ikea a rialzare del 9% il prezzo medio alla vendita dei suoi prodotti.
Lo ha dichiarato Ingka, il gruppo che controlla la stragrande maggioranza degli store dell’azienda svedese. Gli aumenti, che potranno variare in percentuale a seconda delle specifiche condizioni del paese in cui è situato il negozio, serviranno a compensare le spese extra legate alle difficoltà di approvvigionamento e distribuzione, quantificate in circa 250 milioni di euro per l’esercizio 2021 e stimate in un importo simile per il 2022. “Le disruption sono previste fino al 2022. I maggiori incrementi di costo saranno avvertiti in Nord America e in Europa” mette in guardia la nota di Ingka.
Parlando delle prospettive per il futuro, il gruppo svedese ha anche spiegato che prevede di affrontare il 2022 sviluppando, tra l’altro, opzioni di consegna come quella della modalità ‘click and collect’ e aumentando i punti di pick up nei quartieri. Parallelamente Ingka lavorerà all’automazione dei magazzini, avviando circa 80 progetti (contro i 32 del 2021) per aumentarne le capacità di smistamento grazie all’impiego di robot e droni. Il gruppo ha inoltre confermato che continuerà a cercare di mitigare gli effetti della crisi con le contromisure adottate finora, ovvero “l’utilizzo di diverse modalità di trasporto” e “il noleggio di navi“. Tra le iniziative approntate dal gruppo per abbattere i costi logistici e migliorare gli approvvigionamenti va inoltre citata anche la scelta di trasferire nel Mediterraneo (dall’Asia) parte della produzione di mobili.
Tra i vari cambiamenti che Ikea intende apportare prossimamente nei suoi centri logistici alcuni riguarderanno direttamente anche l’Italia. Dopo le tensioni seguite all’annuncio dell’azienda di non voler rinnovare 120 contratti a tempo determinato di altrettanti lavoratori impiegati da tempo nei suoi magazzini di Piacenza, noti come Dc1 e Dc2, nelle scorse settimane l’azienda ha chiarito meglio alle organizzazioni sindacali quali sono i suoi piani per le due strutture, annunciando un investimento di 20 milioni di euro “con il mantenimento del perimetro occupazionale”.
In particolare Ikea, riferiscono le segreterie di Filt Cgil Piacenza, Fit Cisl e Uiltrasporti, ha spiegato che prevede di destinare il magazzino Dc2 al servizio di rifornimento di negozi e il Dc1 alla clientela che acquista tramite e-commerce. “Tutto questo comporterà a partire da marzo 2022 un riammodernamento quasi totale del magazzino Dc1 e ad un cambio di layout del magazzino Dc2. Inoltre, questo nuovo assetto comporterà il ritorno della lavorazione di merci che precedentemente erano state spostate in altri siti, e all’ingresso di nuove merci destinate a Paesi europei ed extra europei precedentemente non serviti.
Pur apprezzando i contenuti dell’incontro avuto con i rappresentanti aziendali, le tre sigle hanno espresso “perplessità attorno alla riorganizzazione che sta coinvolgendo i dipendenti diretti Ikea, e questo sarà un tema di trattativa al centro dei prossimi incontri”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY