Logistica predittiva: rischi e opportunità al centro del convegno organizzato da Ldc
Anticipare il futuro con algoritmi capaci di auto-apprendere per integrare i metodi di spedizione, identificare i rischi potenziali nelle linee di commercio, ottimizzare la pianificazione e trasformare l’enorme quantità di dati disponibili (big data) in informazioni affidabili e pronte all’uso per tutta la supply chain. La nuova ‘sfera di cristallo’ si chiama logistica predittiva e […]

Anticipare il futuro con algoritmi capaci di auto-apprendere per integrare i metodi di spedizione, identificare i rischi potenziali nelle linee di commercio, ottimizzare la pianificazione e trasformare l’enorme quantità di dati disponibili (big data) in informazioni affidabili e pronte all’uso per tutta la supply chain. La nuova ‘sfera di cristallo’ si chiama logistica predittiva e sfrutta l’intelligenza artificiale con vantaggi, ma anche risci, enormi.
Il tema è stato al centro del workshop organizzato da Logistic Digital Community, soggetto nato in seno a Federlogistica – Conftrasporto per aggregare a livello nazionale il mondo delle imprese e quello delle istituzioni nella transizione digitale, incubatore e divulgatore di idee per lo sviluppo e l’ottimizzazione della catena logistica.
Davide Falteri, fondatore di Logistic Digital Academy e vicepresidente di Federlogistica – Conftrasporto, aprendo i lavori ha ricordato la centralità di Genova e del suo porto nel panorama internazionale. “A rafforzarne questo ruolo – ha spiega – l’arrivo del cavo dati sottomarino più lungo del mondo, che collegherà Genova alle rotte europee, africane, indiane e artiche, generando formidabili opportunità di investimento in questo territorio da parte di molte imprese anche straniere”. Falteri ha ricordato anche i risultati raggiunti dalla LDC, che a un anno e mezzo dalla nascita registra l’adesione dei principali soggetti istituzionali e di aziende note a livello internazionale.
Dopo il saluto delle istituzioni locali si sono succeduti gli interventi di Emmanuel Becker, managing director Italy di Equinix, Ivano Russo, amministratore di Ram Spa, Giorgio Moroni, a.d. di Free To X. La seconda sessione è stata dedicata alla cyber security con gli interventi di Paola Girdinio, presidente di START 4.0, l’avvocato Francesco Gavotti di B-Right Lawyers e Alessio Aceti di Sababa Security. All’ultima sessione, dedicata alle “Opportunità”, ha partecipato Tools Group, con il principal supply chain Leo Cataldino, e Leonardo, con il transport & logistic marketing manager Fabio del Vigo, che hanno presentato alcuni case study.
Emmanuel Becker di Equinix ha citato i 45 mila chilometri di cavo sottomarino, il più lungo mai realizzato, che sarà posato a Genova collegando 33 Paesi in 3 continenti dando vita a una sorta di autostrada digitale. “Il piano riguarda tutto il continente Africano, l’India, tocca da un lato l’Oceano Pacifico, dall’altro prevede corridoi digitali con la Penisola iberica” ha spiegato Becker.
Tools Group, azienda che opera a livello mondiale ma ha il cuore a Genova, ha portato due esempi di logistica predittiva. Uno di questi riguarda una società leader nelle perforazioni e nella ricerca di nuovi giacimenti, che impiega navi Fpso e ha bisogno di un sistema di gestione dei pezzi di ricambio che non comporti stop nella navigazione. “Abbiamo cominciato con una ‘fotografia’ dello stato del mezzo – ha spiegato Leo Cataldino – per poi analizzare i guasti verificatisi in passato e le caratteristiche di quel tipo di nave. Il passo successivo è stato l’ottimizzazione dei livelli di scorta attraverso un algoritmo capace di far tesoro dell’esperienza incrociata ai dati raccolti e di trovare la soluzione più adatta al caso. Insomma, un algoritmo in grado di auto-apprendere”.
Leonardo ha messo a fuoco tre fattori: efficienza, sicurezza e sostenibilità. “Efficienza perché il settore dei trasporti e della logistica contribuisce al 12% del Pil mondiale e perché il potenziale dei porti italiani è alto: sono l’asse di collegamento tra il mercato asiatico e l’Europa” ha ricordato Fabio Del Vigo. Che poi ha aggiunto: “Con l’espandersi della digitalizzazione, aumentano i rischi di attacchi, e un attacco anche a un solo elemento della catena dei trasporti e della logistica rischia di inceppare l’intero sistema. Gli attacchi cyber sono cresciuti del 900% dal 2017 al 2020: la sicurezza diventa quindi l’elemento virtuoso della logistica. C’è poi la sostenibilità, che si traduce (anche) in un risparmio energetico, che in questi tempi diventa fondamentale, così come l’integrazione fra tutti i sistemi di digitalizzazione degli elementi e dei soggetti che operano nei, da e per i porti italiani”.
La sicurezza della supply chain è stata al centro dell’intervento di Paola Girdinio, presidente di Start 4.0: “L’Italia – ha spiegato – è il 7° Paese al mondo per attacchi cyber. Sono soprattutto la logistica e i trasporti gli obiettivi su cui si concentrano, e spesso si concretizzano, le cattive intenzioni degli hacker. Attaccando la logistica, che è sempre più digitale, si può indebolire un sistema-Paese. Eppure quello della sicurezza informatica è ancora un tema molto sottovalutato, anche se a livello comunitario ci si sta muovendo”. La protezione della supply chain 4.0 sarà al centro di un provvedimento europeo atteso a giorni. Si tratta, come ha spiegato sempre Giardinio, del Cyber Resilient Act, che prevede il marchio CE per tutti i prodotti software e hardware che rientrano in una catena 4.0. Chi non l’avrà rischierà sanzioni fino a 15 milioni di euro.
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