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Logistica italiana alle prese con il talent shortage

Secondo l’Osservatorio Contract Logistics il 40% delle figure professionali richieste è difficile da reperire e cresce il numero di candidati sovra-qualificati

di REDAZIONE SUPPLY CHAIN ITALY
23 Luglio 2025
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Osservatorio Contract Logistics 2021 (21)

Se a livello globale oltre 1,3 miliardi di persone mancano delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con un impatto annuo stimato in 8.000 miliardi di dollari, uno tra i settori più colpiti è la logistica che, anche in Italia, affronta un forte disallineamento tra domanda e offerta: il 40% delle figure professionali richieste è infatti difficile da reperire e cresce il numero di candidati sovra-qualificati.

Nel comparto logistico il fenomeno del talent shortage è sempre più evidente: secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano, a fronte di oltre 4,6 milioni di ricerche di candidati, ben 800mila posizioni legate all’ambito logistico sono rimaste scoperte. Si tratta di un divario ormai strutturale tra domanda e offerta che colpisce le professionalità più strategiche: il 40% delle figure richieste è infatti considerato di difficile reperibilità. Solo tre anni fa, questa percentuale era ferma al 27%.

La situazione si è aggravata ulteriormente lo scorso anno, con oltre un milione di italiani che hanno lasciato volontariamente il proprio impiego, malgrado due terzi di loro fossero assunti a tempo indeterminato. A essere più carenti sono le competenze legate alle discipline STEM (matematica, scienze, tecnologia e ingegneria) considerate oggi fondamentali per affrontare le sfide di un mercato interconnesso, digitalizzato e in costante ristrutturazione. Uno scenario che riflette una tendenza ancora più ampia. Secondo le stime Ocse, a livello globale oltre 1,3 miliardi di lavoratori non dispongono delle competenze richieste dal mercato del lavoro contemporaneo, generando così ogni anno una perdita economica pari a circa 8mila miliardi di dollari. In Italia il disallineamento tra competenze richieste e profili disponibili coinvolge circa 10 milioni di lavoratori, con il 35% dei candidati che risulta sotto o sovra qualificato rispetto ai ruoli offerti. La difficoltà nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro non si esaurisce quindi solo nella scarsità di competenze: un paradosso sempre più evidente è rappresentato, infatti, dalla presenza di collaboratori troppo qualificati, spesso con percorsi accademici e professionali avanzati, che si trovano costretti ad accettare ruoli sottodimensionati rispetto al proprio potenziale. Questo fenomeno colpisce soprattutto i giovani, generando una forma di “occupazione mancata” che alimenta insoddisfazione e turnover, e che riflette un altro volto del mismatch: non solo troppe posizioni scoperte, ma anche troppo talento non riconosciuto.

Secondo l’Osservatorio Contract Logistics le imprese si muovono oggi in un mercato dove la leva non è più il semplice reclutamento, ma la capacità di ascoltare. L’aumento dell’80% delle offerte di lavoro online rispetto al 2020, e del +2400% di quelle che propongono flessibilità oraria, racconta l’urgenza di un adeguamento. Ma gli sforzi non possono limitarsi all’ingresso: il fenomeno del quiet quitting, l’allontanamento silenzioso dei lavoratori prima ancora delle dimissioni, segnala quanto il mantenimento della motivazione e del senso di appartenenza siano cruciali per ogni organizzazione.

E la chiave, sempre più spesso, è nella cultura interna, nel welfare, nella formazione e nella condivisione degli obiettivi.

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