Grido d’allarme (anche italiano) per il trasporto intermodale in Germania
Secondo operatori e associazioni, che chiedono compensazioni al governo tedesco e a Deutsche Bahn, le disfunzioni della rete di Berlino possono portare mezzo milione di camion in più sulle strade del continente

La preoccupazione per lo stato della rete ferroviaria tedesca cresce di giorno in giorno in tutta Europa.
Lo testimonia la lettera aperta appena inviata da alcuni dei principali operatori dell’intermodalità in Germania, ovvero Kombiverkehr, Hupac e TX Logistik, al Ministro tedesco dei trasporti Patrick Schnieder e alla Ceo di DB, Evelyn Palla, siglata insieme alle associazioni Erfa (European Rail Freight), Fermerci, Sgkv (Studienges.Kombinierter Verkehr) e Uirr (Union International Rail Road).
I firmatari segnalano da mesi, in alcuni casi da anni, il rischio concreto di un ritorno del traffico merci dalla ferrovia alla strada, quando linee ferroviarie fondamentali vengono chiuse per lunghi periodi senza adeguate opzioni di deviazione: “Questo processo di ritorno alla strada è già iniziato ed è documentabile. La causa principale è la scarsa performance dell’infrastruttura ferroviaria. Nei prossimi anni, a causa dei lavori di risanamento dei corridoi in Germania – che in larga parte ignorano le esigenze della fornitura industriale – si prevedono centinaia di migliaia di viaggi aggiuntivi su strada”.
Solo sui grandi corridoi alpini attraverso Austria e Svizzera ciò significherebbe circa 500 000 di camion su strada, con conseguente aumento di emissioni, congestione e rischi di incidenti. “Senza contromisure immediate, sono a rischio la capacità di trasporto, la competitività e i progressi climatici dell’Europa. Per questo chiediamo: blocco dei canoni per l’accesso all’infrastruttura ferroviaria nel 2026; garanzia di capacità minima del 90% durante i lavori sui corridoi; adeguamento di linee di deviazione idonee; assegnazione delle tracce secondo le esigenze del mercato; compensazione per le tratte a prestazioni ridotte; sospensione delle penali di cancellazione”.
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