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All’orizzonte un nuovo ‘Piano nazionale della logistica e della mobilità’

Roma – “Il nostro Paese non ha mai messo tra le priorità una politica per la logistica. Si è spesso teso a far coincidere il gap logistico con il gap infrastrutturale, come se gli unici problemi della logistica in Italia fossero provocati dalla mancanza di infrastrutture o dalla loro carenza”. Lo ha detto nel corso del […]

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17 Novembre 2021
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Roma – “Il nostro Paese non ha mai messo tra le priorità una politica per la logistica. Si è spesso teso a far coincidere il gap logistico con il gap infrastrutturale, come se gli unici problemi della logistica in Italia fossero provocati dalla mancanza di infrastrutture o dalla loro carenza”. Lo ha detto nel corso del discorso tenuto all’Agorà 2021 il presidente di Confetra, Guido Nicolini, rivolgendosi al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. “Signor Ministro – ha aggiunto Nicolini – la logistica è il trionfo del just in time e qui pare si voglia giocare per perdere la partita della competitività internazionale invece che per vincerla”. Poi ancora: “Hai voglia a costruire nuove dighe foranee o ultimare i corridoi Ten-T: senza fluidità e tempi certi, le merci continueranno a preferire Rotterdam a Genova, oppure per il cargo aereo Francoforte a Malpensa”.

Quello che Confetra chiede urgentemente è una semplificazione del quadro regolatorio che sovraintende le attività di trasporto merci, puntare sul consolidamento aziendale in un comparto che conta 110 mila imprese, 1 milione di addetti, e che genera 80 miliardi di euro di fatturato annuo.

Il ministro Enrico Giovannini ha ‘risposto’ difendendo strenuamente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sottolineando che “transizioni green e digitale non sono una moda, sono un must”. Oltre ai fondi del programma Next Generation Eu ci saranno le risorse dei Fondi di sviluppo e coesione, le Finanziarie e altri stanziamenti anche per il dopo 2026. “Perché stiamo assistendo a un cambio di logica: diversamente dal passato ora si finanziano solo i progetti che esistono, non quelli che si fanno solo se ci sono i fondi come avveniva in passato” ha affermato il ministro.

Il passaggio forse più importante dell’intervento di Giovannini è stato quello in cui ha fatto cenno a un futuro nuovo provvedimento normativo per la logistica delle merci: “Con la Consulta capiremo se servirà un veicolo normativo come è stato il decreto Infrastrutture”, per “ragionare sull’accelerazione” della transizione e “arrivare a un nuovo Piano nazionale della logistica e della mobilità”.

Nell’occasione il ministro ha lanciato un messaggio diretto al settore privato che “dovrà trovare forme d’aggregazione più forti perché la competizione è fortissima. Siamo un po’ indietro – ha detto – sulla transizione digitale ma la digitalizzazione dei processi è da fare lungo tutto la filiera. Se i soggetti sono più grandi e forti possono guidare (non solo attuare) queste trasformazioni”.

C’è poi un’altra transizione che sta molto a cuore a Giovannini ed è quella che riguarda “un maggiore coinvolgimento del mondo femminile su questi temi. La presenza femminile può rompere i modi classici di guardare le cose; un tema non solo culturale ma anche di politica industriale”.

Nicola Capuzzo

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