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Notizie e interviste in evidenza

Finisce in mare il project cargo salpato due settimane fa da Marghera

Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, e confermato da alcuni addetti ai lavori, è caduto in mare al largo di Ancona, durante la navigazione iniziata una settimana fa dal porto di Marghera, il prezioso project cargo che a metà gennaio era stato imbarcato dal Terminal Multiservice. In coperta sulla nave bulk carrier Mask (una bulk […]

di
30 Gennaio 2023
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Fhp project cargo Transped Multiservice __

Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY, e confermato da alcuni addetti ai lavori, è caduto in mare al largo di Ancona, durante la navigazione iniziata una settimana fa dal porto di Marghera, il prezioso project cargo che a metà gennaio era stato imbarcato dal Terminal Multiservice.

In coperta sulla nave bulk carrier Mask (una bulk carrier handysize da 27.900 tonnellate formalmente della società armatoriale panamense Mask Maritime Enterprise Group e gestita dalla greca Oryx Shipping dell’armatore Luay Mallah) era stato imbarcata una colonna da 375 tonnellate insieme ad altri cinque colli da 145 tonnellate più i relativi accessori prodotti (quest’ultimi) dalla società Simic.

Ufficialmente la destinazione del carico era un porto dell’Oman ma l’enorme colonna made in Italy non giungerà mai a destinazione perché, per ragioni ancora da chiarire, lungo la navigazione in Mare Adriatico è finita in mare e risulta ormai irrecuperabile.

Secondo alcune fonti una delle probabili cause potrebbe essere stato l’enorme peso dell’impianto che, sfondando i boccaporti della nave bulk carrier Mask, ha compromesso i sistemi di rizzaggio del carico e questo ha comportato la perdita a mare della colonna con il rollio dello scafo. Altri suggeriscono che per qualche ragione si siano danneggiati i dissipatori di carico che erano stati installati e questo ha comportato una progressiva rottura dei sistemi di rizzagio con conseguente caduta del carico rotolato lateralmente.

Già nel porto di Marghera le operazioni d’imbarco erano state laboriose poiché la Mask, unità portarinfuse secche, non è specializzata per il trasporto di colli eccezionali. Infatti il terminal Multiservice aveva fatto sapere che “si era dovuto provvedere alla predisposizione di un piano di sollevamento con l’impiego di tre gru”. Oltre a ciò lo stesso terminal ha ora fatto sapere che le operazioni di rizzaggio del carico durante l’imbarco sono state condotte dal personale di bordo della nave avvalendosi di fornitori esterni” e dunque non riconducibili al terminal di Fhp.

Non appena arrivata in porto a Marghera la nave Mask era stata sottoposta a controlli da parte della Capitaneria di porto (Port State Control) dai quali erano emerse quattro deficiency riguardanti la sicurezza a bordo.

Un altro aspetto poco chiaro di questa vicenda sono i tempi con cui gli altri attori della spedizione sono stati informati dell’accaduto da parte della società armatoriale, ovvero con almeno un paio di giorni di ritardo rispetto al momento in cui il carico è finito in mare e quando alla bulk carrier era stato già ordinato di dirigersi verso il porto turco di Aliaga dove è giunta il 24 gennaio.

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