Trasporto container: caricatori favoriti rispetto agli spedizionieri in questa fase
Lo rileva Xeneta, che intanto riscontra un lieve calo a maggio (-1,7%) dei livelli di prezzi fissati nei contratti di trasporto di lungo periodo
Mentre i noli spot schizzavano verso l’alto e alcuni importanti porti mondiali tornavano a vivere il fenomeno della congestione, a maggio le tariffe fissate nei contratti di trasporto container riscontravano invece un lieve calo (-1,7%), dopo il maxi-rialzo di aprile (+9,2%), portando il relativo indice elaborato da Xeneta a quota 151,6 punti.
Lo evidenzia l’ultimo bollettino della società di analisi, che invita però a non considerare questa tendenza necessariamente come un segnale rassicurante per chi ha dalla sua contratti di lunga durata.
In una fase in cui il rischio maggiore è infatti rappresentato dal non trovare spazio in stiva – è la valutazione di Xeneta – la situazione cambia notevolmente a seconda della categoria di appartenenza e dei volumi mossi. Più concretamente, per gli analisti norvegesi a essere favoriti in questo momento sono i caricatori dai traffici più consistenti e in grado di trattare direttamente con i carrier.
Guardando in particolare al sub indice relativo alle esportazioni dal Far East, Xeneta rileva a maggio una lieve risalita (+0,7%, per 161,3 punti), un andamento che potrebbe suggerire che i contratti di lungo periodo non siano stati toccati dal parallelo boom dei noli spot per il trasporto via mare sulle stesse rotte.
Uno sguardo più ravvicinato sulla tratta Far East – Med mostra però come la situazione sia mutata notevolmente per gli spedizionieri nell’arco di pochi mesi. Secondo Xeneta in media all’inizio del 2024 la categoria poteva godere di tariffe (da contratti a lungo termine) inferiori di 540 dollari per Feu (box da 40 piedi) rispetto a quelle imposte in media ai caricatori. Lo scenario che oggi si è ribaltato, dato che in media i primi si trovano sostenere costi per Feu superiori di 850 dollari.
Quest’ultimo quadro, secondo gli analisti, riflette la scelta dei carrier di dare priorità ai caricatori rispetto ai freight forwarder, i quali si trovano ora a “lottare” per assicurarsi contratti di lungo periodo e comunque, quando li ottengono, probabilmente li firmeranno su livelli più elevati dei primi, correndo inoltre il rischio di vedersi applicare surcharge e importi premium per vedersi garantire la capacità in stiva di cui hanno bisogno, data la propensione delle compagnie ad assicurarla innanzitutto ai grandi caricatori per mantenere con questi buone relazioni.
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