“Controlli telematici perchè la chiusura del casello di Busalla non si trasformi in una Waterloo logistica”
Falteri (Federlogistica) invita a implementare nuove soluzioni per cadenzare gli arrivi dei camion ai varchi portuali di Genova e Savona

La chiusura di lunga durata del casello di Busalla – prevista dall’autunno di quest’anno al maggio di quello successivo, e poi nuovamente attivata con le stesse modalità nel 2026 – rischia di trasformarsi in una Waterloo logistica per tutto il Nord Ovest, considerando che dallo svincolo transitano ogni giorno circa 8mila veicoli, con “una percentuale crescente” di tir diretti o partiti dal porto di Genova.
A sollevare il caso, parlando di “conseguenze apocalittiche sul flusso di merci e camion” per il polo portuale di Genova e Savona, è Federlogistica, il cui neopresidente Davide Falteri ha però invitato a fare di necessità virtù, considerando quindi il caso di Busalla come un “laboratorio” per la verifica e l’implementazione di nuove soluzioni per la gestione dei flussi di mezzi. Dando per assunto, cioè, che i lavori non possano essere né rinviati, né spalmati in modo diverso nel corso della giornata, l’unica risposta secondo la federazione “passa attraverso un controllo telematico e informatico dei flussi, che renda possibile un arrivo scaglionato delle merci e dei camion ai varchi portuali e viceversa”. “Poniamoci l’obiettivo – ha concluso Falteri- di fare di Busalla il laboratorio per la verifica e l’implementazione di soluzioni serie sul controllo del traffico camionistico e dei flussi logistici”.
Secondo dati riportati da Federlogistica, nella sola Liguria attraverso i 21 caselli di Autostrade per l’Italia transitano 4,5 milioni di veicoli, e ad oggi la rete è interessata da lavori per circa 2,5 miliardi di euro. Ad oggi si calcola che il tempo di percorrenza dei 140 chilometri di autostrada che separano il casello di Milano da quello di Genova ovest sia mediamente superiore del 30% a quello di 6/7 anni fa a causa della apertura di cantieri stradali a macchia di leopardo , senza contare – aggiunge ancora Federlogistica – “le ulteriori soste improduttive causate dai blocchi ai varchi portuali derivanti non da incrementi di traffico, ma dal congestionamento cronico degli stessi”.
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