Malpensa da record a marzo con quasi 70mila tonnellate di merce movimentata
La performance arriva dopo due mesi di calo ed è legata ai traffici di e-commerce cinese

In un contesto caratterizzato da incertezza massima, una nota positiva per le spedizioni aeree, anche italiane, è arrivata con la pubblicazione dei dati di marzo da parte di Iata e Assaeroporti, che mostrano un netto aumento dei volumi. Se a livello globale, questi sono stati probabilmente spinti verso l’alto – secondo la prima – dal ricorso degli operatori al frontloading (in previsione della passata scadenza del 2 aprile fissata dall’amministrazione Trump per l’entrata in vigore di nuovi dazi) e dal basso costo del fuel, per quel che riguarda l’Italia la spiegazione potrebbe essere almeno in parte diversa.
Nel quadro italiano spicca infatti in particolare l’andamento di Malpensa, che a marzo ha movimentato merci per 69.514,3 tonnellate (+3,6%), segnando dunque il suo record mensile storico.
A sottolineare il primato, al Sole 24 Ore, è stato Francesco Raschi, direttore cargo e real estate di Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi, che però ha anche spiegato come la performance si debba “in prevalenza” all’import, in particolare di e-commerce di provenienza cinese, “che sta crescendo a ritmi incalzanti in Europa e in Italia”. Da rilevare che lo scalo varesino, le cui movimentazioni 2024 erano state superiori alle 730mila tonnellate grazie anche ai traffici legati al commercio elettronico, aveva registrato una netta flessione dei volumi (-3,8%) a gennaio, seguita da una situazione di stabilità a febbraio (+0,3%). Le buone performance di marzo, lascia intendere la testata, potrebbero quindi essere già il frutto di quell’attesa (e temuta) riconfigurazione dei flussi in uscita dalla Cina che, non trovando ora sbocco negli Usa, andrebbero a riversarsi sui consumatori europei e di altri paesi occidentali, rappresentando un rischio dumping per questi.
Al riguardo va ricordato che secondo le ultime stime del Wto, i dazi Usa porteranno Pechino nel corso dell’anno a redistribuire la sua merce in altre aree del pianeta a eccezione degli Usa, con crescite dell’export verse altre destinazioni che potranno essere tra il +4% e il +9%.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA DI SUPPLY CHAIN ITALY