La tregua sui dazi fra Usa e Cina avrà un impatto sui noli marittimi per spedire container
Già visibili secondo Drewry i rialzi delle tariffe sulle rotte transpacifiche, per le quali San (Xeneta) stima l’arrivo anticipato della peak season

La riduzione temporanea dei dazi tra Stati Uniti e Cina per un periodo di 90 giorni avrà come probabile e immediata conseguenza una corsa da parte dei caricatori e spedire merci via mare, e ciò dovrebbe spingere verso l’alto i noli così come l’offerta di stiva da parte delle compagnie di navigazione. Ad analizzare il fenomeno è Peter Sand, chief analist di Xeneta, che sottolinea come, mentre i leader politici di entrambe le nazioni dibatteranno su chi abbia ottenuto il miglior risultato dall’accordo, “la vera priorità è che assisteremo a una maggiore fluidità nel commercio tra le due maggiori economie mondiali” (Cina e Stati Uniti). “La recente escalation della guerra commerciale – scrive – ha avuto effetti devastanti sulle imprese, e il ritorno della diplomazia rappresenta un sollievo significativo per il settore logistico e commerciale”.
La riduzione dei dazi promette infatti di facilitare il flusso delle merci via mare, offrendo nuove opportunità per il trasporto container e migliorando le prospettive economiche di molte aziende colpite dalle restrizioni precedenti.
L’impatto sui noli marittimi dovrebbe come detto generare un picco di stagione anticipato, i cui segnali, stando almeno all’ultimo aggiornamento, di oggi, del Drewry Container Index, si stanno già vedendo.
Nel suo report il capo analista di Xeneta evidenziava come, essendo il transit time medio sulla rotta transpacifica di circa 22 giorni, i caricatori avrebbero cercato di sfruttare al massimo la finestra di 90 giorni per inviare quanto più possibile negli Stati Uniti, esercitando così una pressione al rialzo sui noli marittimi.
Cosa che come detto trova già riscontro nelle rilevazioni di Drewry, secondo le quali sia sul corridoio dalla Cina verso la Costa Ovest, sia quello verso la Costa Est, i noli spot sono schizzati nell’ultima settimana, favoriti dal dirottamento di capacità verso altre tratte che i liner hanno disposto per cercare di tenere sotto controllo il calo delle tariffe. Nel dettaglio, i noli per la tratta Shanghai – Los Angeles negli ultimi sette giorni hanno recuperato il 16% attestandosi a 3.136 dollari, mentre quelli della rotta con New York sono risaliti del 19% a 4.350 dollari.
Come detto, le compagnie di navigazione negli ultimi mesi avevano risposto alla riduzione dei volumi dalla Cina agli Stati Uniti diminuendo la capacità di trasporto container e riallocandola su altre rotte, come quella Estremo Oriente-Europa. “Tuttavia – sottolineava Sand – riportare la capacità sulle rotte originali richiede tempo: se i volumi dalla Cina agli Stati Uniti riprenderanno rapidamente, nel breve termine i caricatori potrebbero dover affrontare tariffe più alte del normale. Il terzo trimestre è tradizionalmente considerato la stagione di picco per il trasporto container via mare. Tuttavia quest’anno il picco potrebbe verificarsi anticipatamente a causa di una possibile corsa all’importazione di merci dalla Cina agli Stati Uniti. Nonostante ciò, la ripresa della domanda potrebbe risultare più lenta per alcune categorie di merci a basso margine, a causa dei dazi ancora parzialmente in vigore”.
Sebbene nel breve termine l’effetto atteso e già osservato è quello di un aumento dei noli marittimi, nel lungo periodo è probabile che il trend discendente, osservato nel mercato durante il primo trimestre, prosegua, secondo Xeneta. Prima dell’annuncio del “Liberation Day” di Trump, le tariffe spot medie sono diminuite significativamente: -56% sulla rotta Cina-West Coast e -48% verso la East Coast degli Stati Uniti, rispetto al 1° gennaio. Nonostante un incremento temporaneo del 18% e del 12% rispettivamente il 1° aprile, i noli hanno subito un lieve calo successivo, rimanendo comunque più elevati rispetto alla fine di marzo.
I dati della piattaforma Xeneta evidenziano un calo del 17% nella media mobile a quattro settimane della capacità offerta dall’Asia agli Stati Uniti dal 20 aprile, attestandosi a 265.000 Teu al 12 maggio. Nello stesso periodo, le partenze cancellate (blanked sailings) sono aumentate dell’86%, raggiungendo quota 89.100 Teu.
“Questa dinamica riflette l’incertezza che ancora pervade il mercato: se da un lato la riduzione temporanea dei dazi può stimolare una ripresa delle spedizioni, dall’altro la capacità limitata potrebbe continuare a mantenere i noli su livelli relativamente elevati nel breve termine” conclude l’analisi di Peter Sand.
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