Confimprenditori: “I dati Istat confermano, nessun impatto dai dazi Usa”
Secondo l’associazione, l’export è minacciato dalle politiche Ue che “hanno spalancato le porte all’importazione incontrollata di prodotti a basso costo”

I dati diffusi oggi dall’Istat (relativi agli scambi commerciali a settembre con paesi extra Ue) “confermano che i dazi imposti dagli Stati Uniti non hanno minimamente intaccato la forza dell’export italiano oltreoceano”. Parola di Confimprenditori, secondo la quale i numeri relativi alle vendite estere nel mese (+34,4% sul settembre 2024) provano “che il Made in Italy, quando è autentico e di qualità, continua a essere richiesto e apprezzato in tutto il mondo.”
In particolare, rileva Stefano Ruvolo, presidente dell’associazione datoriale che dichiara di rappresentare circa 370mila tra imprese e Partite Iva, i settori chiave del made in Italy – alimentare, moda e arredo – continuano a trainare la domanda americana, con valori che superano complessivamente i 9 miliardi di euro nel trimestre estivo. “Un segnale di solidità che va tutelato e potenziato, non ostacolato da politiche europee miopi e autolesioniste”, quali secondo Confimprenditori sono invece quelle della Ue che “hanno spalancato le porte all’importazione incontrollata di prodotti a basso costo, in particolare da Cina e Paesi asiatici”.
Nel solo 2024, l’import di autovetture cinesi in Europa, ha ricordato Ruvolo, è aumentato del 37%, mentre quello di abbigliamento ha superato i 27 miliardi di euro, con un incremento del +29%. “Il risultato è un mercato interno distorto, dove il prezzo schiaccia la qualità e migliaia di Pmi italiane vengono penalizzate da regole e costi che i nostri concorrenti esterni non rispettano.”
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