Flettono le vendite estere di tessile made in Italy (-8,5%)
In aumento solo i mercati di Cina (+4,8%), Vietnam (+19,7%) e Sri Lanka (+11,1%)

Il tessile made in Italy, secondo le stime dell’Ufficio Studi Economici di Confindustria Moda, archivierà il 2024 con un fatturato di 7,1 miliardi di euro, in calo del 7,7% sull’anno precedente. Sul dato pesa la flessione delle vendite estere, scese su base annua dell’8,5% nonostante nei primi nove mesi dell’anno il calo sia stato molto più contenuto (-1,3%). In altre parole, si legge nella nota di Confindustria Moda, diffusa ieri in apertura del Salone Milano Unica, “si è mantenuta la dimensione quantitativa complessiva” dei tessuti esportati nel 2023, “pagando però in termini di prezzi e margini”. Dall’altro lato, le importazioni scendono invece del 5,8%.
L’analisi dei flussi dei primi nove mesi dello scorso anno mostra per l’export un andamento positivo verso la Cina (+4,8%), che insieme a Hong Kong (-0,5%) costituiscono il primo mercato di sbocco del comparto con un valore di 250 milioni di euro, grazie in particolare ai tessuti in lana pettinata e cardata. Calano invece i mercati di Francia (-16,2%) e Germania (-22,6%), rispettivamente al secondo e terzo posto della lista. Scendendo la classifica, si registrano flessioni inoltre in direzione della Romania (-15,3%), la Tunisia (-11,5%), la Spagna (-13,7%), la Turchia (-27,3%), il Portogallo (-12%), gli Usa (-6,1%). I cali proseguono verso Bulgaria (-9,9%) e Marocco (-8,1%). In crescita di contro le vendite verso Vietnam (+19,7%) e Sri Lanka (+11,1%), che insieme pesano per il 5% del totale. La flessione risulta generalizzata dal punto di vista dei comparti.
Guardando infine alle importazioni, l’analisi riscontra l’elevata concentrazione di merce proveniente da Cina (+1,2%), Turchia (-6%) e Pakistan (-25,3%), che insieme pesano per oltre il 50% in quantità e valore.
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