In un emendamento alla Finanziaria la ‘tassa’ per le spedizioni di pacchi fino a 150 euro
Presentata da quattro senatori di Fratelli d’Italia, il contributo richiesto sarebbe di 2 euro

Mentre è in corso l’iter per l’approvazione della Manovra 2026, tra i molti emendamenti al testo è emersa anche una proposta firmata da quattro senatori di Fratelli d’Italia che mira a istituire una ‘tassa’ da applicare ai pacchi di valore limitato (sotto i 150 euro) in arrivo in Italia. Ne scrive oggi Il Sole 24 Ore.
Una misura che ricorda quella prospettata nelle scorse settimane da Adolfo Urso, titolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che a chiusura di un incontro con i rappresentanti del sistema moda italiano aveva annunciato l’arrivo, di lì a giorni, di un “provvedimento per fronteggiare il fenomeno dell’ultra fast fashion”.
L’occasione si è invece presentata, come visto, con la legge di Bilancio 2026. Stando all’emendamento segnalato, depositato dai senatori FdI Matteo Gelmetti, Raoul Russo, Vita Maria Nocco, Paola Ambrogio e Lavinia Mennuni, il contributo, del valore di 2 euro, si applicherà ai pacchi di provenienza extra Ue e dal valore dichiarato di massimo 150 euro in arrivo nella Penisola. A riscuoterlo, saranno dagli Uffici delle dogane all’atto dell’importazione definitiva.
Una impostazione che tuttavia secondo Il Sole 24Ore potrebbe essere rivista, con la previsione che il contributo sia richiesto anche per le spedizioni in partenza dall’Italia, dato che, scrive la testata, se riservato ai soli pacchi extra Ue in ingresso nella Penisola assumerebbe di fatto le caratteristiche di un dazio, misura la cui introduzione è di sola competenza Ue.
Sia nella versione più soft, sia in quella più estesa, il provvedimento è però già stato bocciato da Confetra, che pure ha evidenziato di avere ricevuto “da fonti dirette” indicazioni che la norma si applicherebbe solo alla merce in import.
“La misura attualmente in discussione – ha evidenziato il presidente Carlo De Ruvo – si avvierebbe a diventare un boomerang per l’economia italiana. I potenziali benefici risulterebbero limitati, mentre gli effetti negativi sarebbero significativi: aumento dei costi per i consumatori, rischio di ulteriore pressione inflazionistica e possibile contrazione dei consumi”. Ricordando che nel 2024 sono entrati nell’Ue circa 4,6 miliardi di pacchi a ‘basso valore, pari a 12 milioni di pacchi al giorno, De Ruvo ha sottolineato come questa sia “una massa critica tale da rendere qualsiasi intervento regolatorio particolarmente sensibile, soprattutto se non coordinato e non coerente con le reali dinamiche del mercato digitale globale”.
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